domenica 21 giugno 2020

Stella D'Argento Atto II






Anni fa, quando se non avevi la "special" eri nessuno, un folle collezionista decise di far produrre un esemplare ad oggi raro di Norstar e quindi abbinare ad un telaio Norton un motore Bsa. Il "motore" BSA per eccellenza ovvero un DBD34 ABSAF 660cc.
Questa moto rimase nella storia per eccesso e carattere, più volte menzionata in articoli di rivista con titoli esuberanti per poi essere riposta in un garage.
Venne il giorno che come al solito, quando non puoi e non vuoi, la comprai. Passarono ancora anni e poi il risveglio.


Il risveglio dopo anni di letargo è stato emozionante per diversi aspetti. Il primo in assoluto è quello che fascino che questa moto ha e che negli anni ha mantenuto sopratutto in un periodo in qui il vero senso motoristico dei mezzi si è perso. Una linea netta, essenziale ed allo stesso tempo ignorante che lascia sempre senza fiato sopratutto uno come me.

 Ore  8.00 - Abruzzo - CDA Ortona
Furgone caricato alla sera, dopo una settimana di lavoro e mille impegni. Ultime regolazioni, ultimi aggiustamenti rigorosamente con nastro, fascette e più brutalmente ferro filato.
Tuta, stivali, casco e benzina.

Primo turno finito al secondo giro. Residui nel serbatoio tappano tutto e mi lasciano sotto il primo solo nel centro della pista. In aggiunta i primi sputacchi di olio sugli stivali ed il commento del marschall che mi chiede "siamo sicuri?"



Tutto pronto per rientrare. Benzina ovunque, nelle mani, sulla tuta e nella tuta ma va bene cosi. Fluidità e maneggevolezza abbondano, motore poderoso fino ai 7500rpm- Un pò di paura ma poi grande confidenza fino a non voler più scendere. 
Successivamente altri due turni di test sempre con un sorriso a 90 denti e con sporadiche urla di felicità nel casco. Felicità per aver ridato gloria ad un Stella D'Argento!




domenica 30 agosto 2015

Sabato_da_Leoni



Era Venerdi 28 Agosto e dopo una lunga settimana di lavoro interrogai la solita ciurma per un breve trip nelle nostre terre Abruzzo e Molise. Alcuni, di rientro da un viaggio "epico"(definizione del meccanico del gruppo) in Croazia, Montenegro e Bosnia hanno pensato bene di far riposare le moto già anziane, altri indecisi e chi senza freni hanno declinato l'invito.
Ore 3,30 di Venerdi notte: si decideva per l'indomani di uscire senza meta.
Dopo un'ora di Bifernina, sotto un sole che scaldava pian piano, sono arrivato a Campobasso recandomi nell'officina, o meglio "magazzino Marconi" del fidato amico Antonello che era alle prese con una breve messa appunto della sua Laverda SF750. Fase elettrica, registrazione valvole e regolazione della distribuzione il tutto in compagnia di Guglielmo, Antonello e Nicola(al sabato un anno più vecchio). Si sono fatte ormai le 11 del mattino e anziché partire si decide di fare sosta in centro a Campobasso per una colazione, caffè e succo di arancia, per il più vintage del gruppo gelato alla zuppa inglese......vabbè.



Ok, si parte andiamo sul Matese, facciamo il giro dei laghi......alla fine aspettando l'amico Galileo in sella alla sua Honda decidiamo di andare nell'aquilano raggiungendo la piana delle Cinque Miglie e poi un posto a me caro, Forca d'Acero. Questo posto rappresenta l'unico accesso al parco Nazionale d'Abruzzo dal versante Laziale collegando il comune di Opi(AQ) e San Donato Val di Comino(FR).
Fatto il pieno alle 3 Laverda SF750, al Moto Guzzi S3 ed alla Honda del grande Galileo si parte imboccando la Bifernina fino ad Isernia per poi raggiungere Castel di Sangro. A questo punto si entra nel vivo raggiungendo Alfedena, Barrea, il lago ed arrivando al bivio per Opi dove si imbocca la strada per raggiungere il valico a 1600mt.




Il gruppo percorre veloce le curve ombreggiate dalla ricca vegetazione sfruttando al massimo i cavalli delle vecchie glorie ma indietro, a passo lento, rimangono i due Antonello. Il primo per un cavo della frizione rotto il secondo perché decide di non dare spettacolo facendo andare avanti chi crede soltanto di essere un vero rider.
Raggiungiamo il confine con il Lazio e qui troviamo una braceria. Sono ormai le 14 e divoriamo delle fettuccine ai funghi porcini ed una focaccia con salsiccia e scamorza bagnata da birra ghiacciata. Caffè e Genziana e poi giu. 
Ci fermiamo a Alfedena per un caffè ma in realtà rimaniamo seduti più di un'ora chiacchierando dei progetti per questo inverno e per i capitali da investire. Solite chiacchiere, soliti sogni.
Come adolescenti decidiamo di immortalare il termine di questa giornata che più avanti, dopo una breve discussione sui calzini rigorosamente Gallo miei e di Guglielmo, si concluderà con un saluto al bivio per Isernia. 
Io torno nel mio Abruzzo percorrendo la fondo valle del Sangro e gustandomi un tramonto eccezionale passando per Ateleta, Quadri, Bomba ed infine la SS16.


In questo racconto non ho menzionato due amici che ahimè sono rimasti alla plastica delle moto moderne Giovanni ed Elio. Detto questo possiamo dire che sono sicuramente validi compagni di viaggio nonostante i gusti nettamente diversi.